Luoghi lontani by Articolo di Marisa Salabelle

Mi è capitato diverse volte nel corso degli anni di presentare l’ultimo romanzo di un’autrice o di un autore in libreria o in biblioteca: mai però, fino a ora, avevo avuto l’opportunità di presentare un autore nella sua interezza, in tutto l’insieme della sua opera. È successo il 15 maggio, presso la Biblioteca Giuseppe Giusti di Monsummano, e la persona che ho contribuito a far conoscere in quel contesto è Giovanni Agnoloni, scrittore e traduttore, conoscitore di molte lingue e culture, viaggiatore e frequentatore di luoghi e persone. Il suo nome non è forse noto al grande pubblico: l’attività del traduttore infatti difficilmente dà fama e le raccolte e i romanzi che Agnoloni ha scritto sono usciti presso case editrici indipendenti, che spesso danno alla luce opere di valore ma che non sempre arrivano ai lettori occasionali, che frequentano le librerie di catene e si soffermano sui nomi famosi e sulle grandi case editrici.

Come traduttore, Giovanni Agnoloni ha lavorato all’autobiografia di Joe Biden e a quella di Kamala Harris, ha tradotto Papa Francesco e Roberto Bolaño, si è dedicato a romanzi di autori sudamericani e francesi, ma ha anche tradotto alcune piccole opere dallo svedese per l’editore Ortica. Come scrittore, ha al suo attivo una serie distopica, successivamente pubblicata in un unico volume, intitolata Internet. Cronache dalla fine, il memoir di viaggi Berretti Erasmus e, per Arkadia, il romanzo Viale dei silenzi e la raccolta Da luoghi lontani, di cui è coautore insieme a Carlo Cuppini e Sandra Salvato. Già da questa rapida panoramica è facile intuire che si tratta di un intellettuale eclettico, aperto a spunti e suggestioni molto diverse, ma legato da alcune tematiche che fanno da filo conduttore alla sua opera vista nell’insieme.

Uno dei temi centrali è il viaggio. Conoscere luoghi, ambienti naturali ma anche città, popolazioni, lingue: c’è un forte interesse per l’altro, per i modi di vita diversi, per i modi di esprimersi diversi. Si viaggia col corpo, si viaggia con la mente, si viaggia anche con le parole. L’importante è l’esperienza dell’alterità, della diversità, dell’altro come persona ma anche come specchio in cui è possibile rivedere una parte di se stessi.

Un altro tema ricorrente è quello della perdita: si parte, spesso, da una situazione di mancanza. Il protagonista di Viale dei silenzi è reduce da un brutto divorzio e parte alla ricerca del padre, del quale da alcuni anni si sono perse le tracce. L’alter ego che percorre l’Europa per ragioni di studio in Berretti Erasmus ha perso tragicamente la donna amata ed è alla ricerca di una persona nella quale ritrovare quell’armonia, quel senso di appartenenza reciproca al quale aspira. Ma se è alla ricerca di un amore, duraturo o anche passeggero, purché autentico e significativo, il giovane protagonista apprezza anche scambi di tipo amicale, perché sa che quello che è realmente importante è l’incontro con l’altra persona, la comunicazione, l’intesa, anche solo per una birra al pub.

Tempo e spazio, luoghi vicini e luoghi lontani in qualche modo si intersecano, dialogano, sfumano l’uno nell’altro, al punto che nel centro di Cracovia il protagonista rivede, in certe architetture rinascimentali, i tratti della sua Firenze, mentre se cammina nella campagna inglese o irlandese, immerso nel verde, lungo il corso di un fiume, gli sembra di essere sull’argine della Greve dove va a camminare quando è a casa, a Scandicci.

L’Europa, in particolare l’Europa del Nord, è luogo d’elezione nella narrativa di Agnoloni, e vien fatto di chiedergli se non lo deluda la piega che l’Unione europea sta prendendo negli ultimi tempi, chiudendosi in se stessa e adottando politiche che non sembrano ispirate ai principi sui quali fu fondata.

«È vero», dice Giovanni, «tuttavia, se invece che guardare alla politica di Bruxelles ci rivolgiamo alle persone, ci accorgiamo che in qualunque luogo, anche lontano, possiamo incontrare persone aperte, amichevoli, gentili, e possiamo intrecciare delle relazioni significative al di là della piega che possono prendere le politiche nazionali e comunitarie.»

Ed è la speranza di conoscere luoghi, lontani sulla cartina ma familiari e accoglienti, città plasmate da secoli di storia e tuttavia brulicanti di vita, paesaggi suggestivi, storie e persone sempre interessanti per chi le guarda con occhi curiosi, che spinge il nostro viaggiatore, scrittore e traduttore a continuare il suo percorso.

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