Recensione: Sillabario all’incontrario, di Ezio Sinigaglia di marisa Salabelle

Io, per quanto poco possa contare la mia opinione, sono anni che lo dico, che Ezio Sinigaglia è uno degli autori più interessanti e originali del panorama letterario italiano contemporaneo. E il suo ultimo libro, Sillabario all’incontrario (Terrarossa, 2023), me ne ha dato, se ce ne fosse stato bisogno, un’ulteriore prova.

Si tratta, come suggerisce il titolo, di una raccolta di voci ordinate alfabeticamente dalla Z alla A, mediante le quali l’autore, come afferma nell’introduzione, si racconta per mettere a fuoco le cause di una malattia dell’animo che lo affligge. Da Zoo a Aldilà, passando per Silenzio, Padre, Humour e altre 16 voci, troviamo in questo testo, che sta tra il narrativo, l’autobiografico e il saggistico, tutti i temi che caratterizzano l’opera di Sinigaglia: dalla passione per la letteratura a quella per i bei ragazzi, dall’elogio della mitezza e dell’affettuosità alla leggerezza degli amori fugaci e clandestini, in bilico tra divertimento e malinconia. Si comincia con una casa in Sardegna infestata da dieci gatti e un cane (oltre a numerosi insetti) che è necessario nutrire e accudire, ciascuno con le sue peculiari esigenze, si va avanti con l’elogio dei vegetali: loro sì che sanno vivere!, si arriva in terza battuta all’umanità, che è “un fastidio non da poco”, mossa com’è  “da un odio insondabile e feroce contro tutto ciò che può essere sospettato d’essere bello, pulito e dignitoso”.

No, non starò a passare in rassegna tutte le 21 voci del Sillabario: c’è tutta una vita, dentro, l’infanzia, la famiglia, l’essere figli, fratelli, genitori; le chiacchiere inesauribili di un fratello erudito e petulante e il proprio silenzio, la mitezza del carattere, la giocosità, la svogliatezza, il desiderio e la mancanza del desiderio. Un certo spazio è dedicato allo scrivere, al pubblicare e alla frustrazione dell’inedito, dello scrittore consapevole delle proprie capacità che non trova il modo di farsi conoscere e apprezzare. Questo è stato infatti per anni il destino di Sinigaglia, che negli anni recenti ha visto finalmente valorizzate le sue opere, grazie soprattutto all’acume del suo editore, Terrarossa. Sillabario all’incontrario è candidato al premio Strega: sarebbe davvero bello che lo vincesse.

Sillabario all’incontrario, di Ezio Sinigaglia (Terrarossa, 2023)