IL MISTERO (prima parte) by Luisa Zambrotta

(Blog di Luisa)

Domenica 7 ottobre 1849, Baltimora – Washington College Hospital –

“Questa mattina, alle cinque, il paziente è deceduto. Da mercoledì 3 ottobre us, momento in cui è stato ricoverato delirante con brividi e allucinazioni, non ha ripreso conoscenza se non per brevi istanti, in cui ha pronunciato frasi sconnesse su una moglie che lo attende a Richmond e, la notte scorsa, ha ripetutamente menzionato un certo Mr. Reynolds.
Ha rifiutato di assumere un sorso d’alcool che gli era stato portato alle labbra e ha bevuto solo un po’ d’acqua, ma con gran difficoltà. Una reazione che potrebbe indicare idrofobia.

La causa del decesso tuttavia è ancora ignota: potrebbe dipendere da rabbia, delirium tremens, cardiopatia, epilessia, sifilide, meningite, avvelenamento o trauma per lesioni fisiche. Per il momento verrà semplicemente imputata a congestione cerebrale. Il paziente aveva poco più di 40 anni.”

Mercoledì 3 ottobre 1849, Baltimora.

Era da poco cominciato ottobre ma l’aria si era già fatta fredda. Gli aceri ai bordi di High Street si stavano tingendo di mille tonalità di giallo e di rosso rendendo il paesaggio simile alla tavolozza di un pittore.
La campagna elettorale indetta per designare il rappresentante dello stato del Maryland da inviare al Congresso era in pieno svolgimento, e questo aumentava la frenesia della già convulsa città di Baltimora.
Nodo ferroviario e importante scalo marittimo, pullulava di ladri, borsaioli e imbroglioni d’ogni sorta. A siffatti delinquenti ordinari in quel periodo si erano aggiunte bande elettorali organizzate che battevano le strade, soprattutto quelle intorno al porto, alla ricerca di individui da sequestrare e costringere a votare a ripetizione per un determinato candidato . Questa pratica coercitiva e fraudolenta era chiamata “cooping” cioè “ messa nella stia”. I malcapitati venivano infatti segregati in una specie di gabbia, drogati con una miscela di whisky e narcotici e poi costretti, anche con percosse, a votare più volte, cambiando vestiti per ingannare i funzionari di voto.
Quando non servivano più venivano rinchiusi nuovamente nella stia a smaltire l’intossicazione e lo sfinimento e, non appena sembravano tornati in sé, venivano sbattuti fuori.

Joseph W. Walker, tipografo del “Baltimore Sun”, stava rincasando sotto una leggera pioggia che aveva da poco preso a cadere, dopo aver trascorso qualche ora al bar con gli amici, per farsi qualche drink e discutere dell’argomento del giorno: le elezioni.
Lo scambio di vedute si era fatto molto animato quando qualcuno aveva tirato fuori dalla tasca un volantino distribuito dai Democratici in cui si metteva in guardia la cittadinanza dai brogli dei loro oppositori. Infatti i Whigs , i Repubblicani, venivano accusati di far ricorso a ogni sotterfugio pur di assicurarsi il successo, soprattutto in quella Circoscrizione, la Quarta.
Aveva appena acceso l’ennesima sigaretta, ripromettendosi che, se i Democratici avessero vinto, avrebbe smesso di fumare. Lanciò un pensiero anche alla moglie Susan, soffermandosi sul suo seno generoso e sulla morbida pelle che profumava di sapone. Chissà, magari avrebbe abbandonato per un attimo l’ago e il filo e si sarebbe dedicata un po’ a lui, prima che dovesse recarsi al giornale.

A un tratto scorse qualcosa sul marciapiede, all’altezza di Gunners Hall. Questa era una taverna irlandese, utilizzata anche come sede del partito Repubblicano della Quarta Circoscrizione, in cui si stavano svolgendo le votazioni. L’oggetto sembrava un mucchio di stracci abbandonato al bordo della strada.
Ma c’era qualcosa di strano in quei cenci. Avvicinatosi, notò che quello che da lontano pareva una massa informe era un uomo, avvolto in abiti sporchi e laceri. Il malcapitato delirava e sembrava in uno stato di estrema prostrazione.
Il tipografo si chinò per prestargli soccorso e notò che quegli abiti erano troppo larghi e lunghi per essere i suoi. L’aspetto di quell’individuo aveva un che di ripugnante: sotto una chioma arruffata e sudata c’era un viso sporco e contratto, con uno sguardo vacuo e la bocca che si muoveva di continuo, farfugliando parole incomprensibili. Gli parve di riconoscere qualcuno sotto quei lineamenti decomposti e deformati, ma non si soffermò molto a richiamare alla memoria dove li avesse già visti: doveva prestargli immediatamente soccorso. Fermò una carrozza di passaggio, vi caricò il corpo e chiese di essere portato al Washington College Hospital, in Broadway and Fayette Street.

1. Continua

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