Nel parcheggio del supermercato by Berlicche

Lei è tozza, capelli biancogrigi alle spalle, occhi chiari, pochi denti. Ha dei pezzetti di pane in mano, ogni tanto ne mastica uno. Mi ferma mentre scendo dalla macchina. “Ho fame, e non ho soldi per comprare da mangiare”, si lamenta.
Dopo un po’ si capisce che non è solo di soldi che ha bisogno. Mi chiede un paio di scarpe, vestiti, una bicicletta, se conosco uno che abbia la cascina che possa diventare suo compagno.
Ma le mie scarpe non le vanno, le biciclette da uomo neanche, desidera solo una Graziella; mi fa vedere la sua, antica, carica di borse, si deve fare dieci chilometri stasera per tornare dove la ospitano. Le cascine che indico sono distanti e hanno troppi cani e vacche. Provo a indirizzarla in parrocchia, ma rifiuta con disgusto: non mi sono mai fidata dei preti, anche mio padre me lo diceva sempre. Però mi chiede se ho un’immaginetta della Madonna, un rosario, “Ne ho già avuti, ma non è servito a niente, magari riprovo”.
Ha bisogno di tutto, ma solo nella maniera che pretende lei. Le do quello di cui sembra avere più necessità, qualcuno che l’ascolti, per un’ora in quel parcheggio, mentre il supermercato chiude e la notte scende.


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