Nel vecchio asilo by Federico Cinti

Aleggia il giallo tenue. Una vertigine mi sorprende, stupita meraviglia di quella prima volta. Tutto già fu. In un alito dilegua la memoria. Lungo il ciglio del prato i miei ricordi si rincorrono come bimbi. Una bici cigola impercettibile scivolando veloce fino a perdersi alla vista. Al sussurro di Filèmone Bauci echeggia stupita, mentre intorno è silenzio. Il languore del giallo mi s’insinua in ogni fibra. L’anima s’inebria di vita. Intenso esala dovunque, alito fragile oltre la rete. Freme un desiderio d’eternità. L’azzurro si ritaglia in me il suo spazio. È l’oro dolcissimo del tiglio. Non vi è giugno in … Continúa leyendo Nel vecchio asilo by Federico Cinti

A me stesso nel giorno dei miei anni by Federico Cinti

Fu uno scorrere rapido, fui io e non altri. Sarò. Sul promontorio dei secoli impassibile m’avvio. Equilibrio impossibile. Aleatorio resistere. Proseguo sul cammino iniziato, oltre Inferno e Purgatorio. Contemplo ciò che sono, pellegrino onirico di un’epoca imperfetta: chiamo il mio nome, avverto il mio destino. Io, fui io, non sarò. Per la via stretta non indugio in inutili fermate. Tengo un capo del filo. Sulla vetta il suo viso, la lirica d’un vate. Mi trovo anch’io sul «promontorio dei secoli» (Manifesto del futurismo, 8), come il vecchio Marinetti. Chissà, volgersi indietro a volte è pericoloso: non ci si riconosce più. … Continúa leyendo A me stesso nel giorno dei miei anni by Federico Cinti

Salvemini 1990-2022 by Federico Cinti

Il tempo s’arrestò. Tutto fu perso in quell’attimo eterno: un fumo denso di sé intrise per sempre il cielo terso. Il velo si squarciò. Nel vuoto immenso un silenzio indicibile, assoluto: si smarrì in quell’abisso orrido il senso. Fu un pianto senza lacrime nel muto urlo lontano, sempre più lontano: l’occhio fissò quell’ultimo saluto. Pezzi d’azzurro inerte. Il cuore insano vagò in cerca sull’arida ferita d’un perché. Quel procedere fu vano. Rimase la memoria, mai tradita, mai più, rimase un grumo di dolore al cielo, una speranza d’altra vita. Dal buio di quel seme nacque un fiore luminoso. Nell’anima non … Continúa leyendo Salvemini 1990-2022 by Federico Cinti

A Luigi Pirandello il narcisista

Assidua vanità, tra il tutto e il nulla langue meditabondo il lanternino: urge il pensiero, il cuore si trastulla. Inizia allo spettacolo il cammino: grida l’ansia del vivere, frammenti in un inesorabile declino. Pulviscolo di sogni era Girgenti, il cielo, il mare: immersa in uno specchio rideva nei suoi frusti monumenti. Attesa d’un ritorno, il nuovo e il vecchio nuotavano tra le onde. Un’altra via diceva il senso, luna dentro il secchio. Evanescente immagine, armonia labile nella forma, nelle vesti lacere apparve il volto di Mattia. Ombra d’un nome, nulla più, modesti indizi d’una voce, d’una vita lasciata oltre le … Continúa leyendo A Luigi Pirandello il narcisista

La leggenda dell’Almsee («Legende von Almsee») – «Nordseelieder»

By Federico Cinti Strapiombo di dirupi, cime brulle, e la profondità verde dell’acqua, su cui la fuga nera delle nubi trova nel suo riflettersi uno specchio. Un gabbiano vi giunge ad ali tese, dalle nordiche estreme lontananze; la lunga strada non ha alcun valore: lo conduce la forza dell’amore. «Ritornatene in fretta alla tua spiaggia! Ritornatene subito al tuo mare! Qui tra le asprezze del paese alpino solo amaro dolore incontrerai». Si vuole riposare nel canneto e spiare in tralice il proprio amato; da lì deve calarsi volteggiando alto sopra le cime degli abeti. E ripensa, ripensa ai lunghi anni, … Continúa leyendo La leggenda dell’Almsee («Legende von Almsee») – «Nordseelieder»

Premio Letterario per Federico Cinti!

I masticatori si congratulano con il nostro collaboratore! Grazie per esserti unito a noi ogni 15 giorni. —j. re crivello «Oscillano le ceneri, riinizia/ Greve il cammino tra cattivi e buoni. / Non agire, l’autentica malizia» por Federico Cinti Avrei voluto presenziare, sabato 23 luglio 2022, alla cerimonia di premiazione della XVI edizione del Premio letterario nazionale di poesia e racconto breve “Città di Livorno”, organizzato dall’Associazione Culturale Pietro Napoli, ma le contingenze non me lo hanno permesso. Già, perché è stato assegnato alla mia lirica Pier Paolo Pasolini e Bologna il secondo posto nella sezione D, dedicata per l’appunto … Continúa leyendo Premio Letterario per Federico Cinti!

Ecco il solstizio anche quest’anno

By Federico Cinti E il sole si fermò di nuovo un poco, come ogni volta. Aeree le cicale cantarono all’unisono per gioco, eternità d’un atto rituale. Sostò il sole, sigillo siderale, orma di un’orma impressa a vivo fuoco: le vie, le case, gli alberi, il crinale sibilarono a un soffio aureo di croco. Tutto fu già come già fu. Nel giorno infinito danzarono le fate tra loro in un’onirica distanza. Interstizio d’azzurra lontananza, urgente soglia all’incipiente estate, mutò il tempo nel ciclico ritorno. Tutto si fa possibile nel giorno del solstizio d’estate. Si ferma il sole, non c’è dubbio, sul … Continúa leyendo Ecco il solstizio anche quest’anno

Chiara e io al Paffè di Casalecchio

By Federico Cinti Come non so. Di questo giugno diafano ho avvertito in me il tacito trascorrere. Infinito il sollievo a tante nostre chiacchiere. Ricordi, nulla più, l’inesprimibile attesa che si sfa nell’indicibile. Viso azzurro, sorriso, nel cuore l’insondabile. Vuoti i corridoi, le aule, anche il cortile: forse la scuola è pure questo, un vacuo simulacro in cui ricercare ciò che siamo stati, se mai lo siamo stati. Fa un certo effetto, lo confesso. A me stamane lo ha fatto, almeno. A fine primavera è così, quando il famoso «giugno ci ristora / di luce e di calor» (G. Carducci, … Continúa leyendo Chiara e io al Paffè di Casalecchio

Saluti giocondi e giocondi saluti

by Federico Cinti Siamo ai saluti. Non sembrava vero allora. Adesso è solo nostalgia. Le cose sanno sempre di mistero. Urge il tempo, dimentico per via. Tutto già fu. Pure io sarò sincero, io – intendo – che so bene come sia gramo andare e restare, un giorno nero, infinita eco di malinconia. Ormai ci si conosce troppo bene. Come non so, ciascuno nel suo ruolo; ormai, però, lo so, ci s’appartiene. Non vi scordate mai, prendendo il volo, di me, ancorato a queste mie catene: io resto qui, ma resto qui da solo. Non sopporto la fine, qualunque essa … Continúa leyendo Saluti giocondi e giocondi saluti

Eco di voce limpida

By Fecerico Cinti ura d’incanto, in quel sorriso un volo leggero di farfalla. Sogno lieve, antica nostalgia d’un tempo breve, un estatico canto d’usignolo rade l’azzurro. Nell’eterno assolo, al diafano pallore della neve, si scioglie il cuore. Oltre il sipario greve preme la soglia in un istante solo. Inquieta sospensione, orma d’un raggio, muta lo spazio nel silenzio assorto, potenza inafferrabile. Le mani ondeggiano in assenza del domani. L’aura trascende, vanità e conforto, ombra infinita, ennesimo miraggio. Mi è sempre parso che parlare d’altro equivalesse, in fondo, a parlare d’oltre. Poi capita che un giorno, a occhi socchiusi, una voce … Continúa leyendo Eco di voce limpida

Inconfessabile segreto

By Federico Cinti (link blog) Fu solo un sogno? Candida di neve un’ebrezza nell’anima. Sorrisi. Con te mi ritrovai, nel tempo breve, ora per ora. Ardui echi di narcisi, soave melodia. Mai più divisi, indicibile gioia lungo il greve cammino. Non voragini, non crisi ha il cuore in festa, ma una pace lieve. Esuli fummo, siamo noi sul greto tacito. Inesorabile si muove antico il fiume. Tenue smarrimento misto d’ombra e di luce. Fluire lento, abbaglio tra realtà già vecchie e nuove, il nostro inconfessabile segreto. In questi giorni tutto sa di nuovo. Non so, è come se me lo … Continúa leyendo Inconfessabile segreto

Ultimo viaggio (omaggio a Giovanni Pascoli)

By Federico Cinti E tutto a un tratto un ultimo sussurro, poi il nulla. Un velo anticipò la sera, oltre l’oro e la porpora, d’azzurro. Voli inquieti. Una rondine leggera brillò nell’aria languida. Dintorno solo silenzio sulla linea nera. L’occhio sognò. Una lacrima al ritorno del viaggio. In lontananza una fanciulla presso il cancello, simile a quel giorno. Fu un infinito palpito. Alla culla un cantare antichissimo d’oblio. S’allagò il petto al fremito. Poi il nulla. S’udì di nuovo il lieve mormorio dei cipressi, l’arcana meraviglia d’esserci e di non esserci. L’addio ebbe il suono di concava conchiglia. Tutto fu. … Continúa leyendo Ultimo viaggio (omaggio a Giovanni Pascoli)