
“Questa Femmina” di Manuela Di Dalmazi mette in campo tutta la trasgressiva ma politicamente corretta (per un soffio) femminilità del suo essere donna. Tra questi versi inebrianti c’è tutto: la seduzione, l’emancipazione, il vanto, la tradizione, la sensualità, lo scherzo che rivela, la verità che soggioga, gli occhi profondi, l’anima sfuggente. Pubblicata originariamente l’otto Marzo, è un vero e proprio manifesto della femminilità che non fa furbescamente riferimento alle violenze ed ai soprusi, anzi, diventa focosamente e genuinamente adulatrice per gioco, riportando gli estremi di un essere donna che piace, gratifica, strizza l’occhio al gioco e maneggia il cuore di un uomo con delicata maestria. Genuina e croccante come il pane appena sfornato (che non arriva mai integro fino a casa), Manuela Di Dalmazi sforna la solita ineccepibile lirica, gonfia di sentimento e pathos genuino che costringe ad una resa culturale, ad un abbracciare i contorni della “femmina” idealizzata in questi versi. Non servono tante battaglie per emanciparsi, serve essere quel che si è. (Filippo Fenara)
QUESTA FEMMINA
Ogni tanto,
tra un ghigno di vanto
e un pianto
mi torni in mente.
Il tuo sorriso narciso
tutto acceso
il tuo naso greco
sempre proteso
sulle mie rotondità
fiordaliso.
Adoratore!
Sentivi e senti
ancor ora
il mio odore di femmina
persino a distanza,
di femmina che sa osare
dall’accarezzare la mente
a bende, di baci sulla fronte.
Ardente
delirio tra fiumi
corrimani d’effluvi
a precipizio sui peli
tra affondi
rimandi
di bocche in bocca
nell’idillio dell’acca
saliva il mio nome
in una ciocca e
la resa.
È inutile…
Non puoi farci nulla!
Ti piace ancora
questa femmina
che t’infarina
ti mischia
e ti sconquassa
come quando
fa la pasta.
E tu impazzivi, tra queste gesta!
© Manuela Di Dalmazi
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🙏
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