Il filo del destino (7 parte) di Ylenia Ely

Elga udì squillare il cellulare e prima di rispondere si ricompose, era la sua collega, «Elga devi rientrare in ufficio, è tardi sono sola e non ce la faccio a gestire tutti, ci sono delle persone che chiedono di te», « Carmen, non me la sento di rientrare al lavoro…» Elga fece una pausa di qualche secondo, la sua voce era roca per il pianto mentre parlava al telefono, «ho dei problemi in famiglia che devo risolvere subito, non posso rimandare, avvisa gli altri che non posso tornare in ufficio. Ci sentiamo presto, buona giornata», chiuse la comunicazione, andò sulla chat WhatsApp di Alex e vide che lui non aveva visto il messaggio, decise di chiamarlo, il quale rispose dopo 5 interminabili squilli. « Finalmente ti fai sentire…» disse lui con tono di rimprovero appena rispose alla chiamata. « Alex, mi dispiace per non aver risposto ai tuoi messaggi… è da ieri che non mi sento bene, ho avvisato anche la mia collega che non sarei rientrata al lavoro », « Elga, non ti riconosco più, cos’è cambiato in te in poche ore? Non so più chi tu sia realmente », disse l’uomo con tono distante. La donna rimase in silenzio per un luogo attimo, non sapeva cosa rispondergli, la voce distaccata di Alex la lasciò profondamente scossa e il cuore pareva che volesse saltarle fuori dal petto a causa dei battiti accelerati, si alzò dalla sedia e si allontanò dal bar per un breve tratto in modo da poter parlare in privato. « Alex dobbiamo vederci subito, non possiamo discutere per telefono, non avrebbe senso. Devo parlarti di persona », disse lei velocemente e preoccupata. « Vengo io da te. Ascolta Elga, vorrei solamente dei chiarimenti sinceri riguardo al litigio accaduto alla mostra e sul tuo passato. Dove ti trovi ora? », disse l’uomo in modo calmo ma severo. Elga trasalì nel sentire il tono vocale rigoroso di Alex, quella voce così carezzevole e avvolgente che ricordava ora era divenuta tagliente come una daga. « Sono al bar nella piazza principale, vicino al municipio… » rispose la donna. « Ok, arrivo », chiuse lui freddamente. Elga si diresse nuovamente verso il tavolino e si sedette lasciandosi andare sulla sedia, sentiva il suo amato già distante da lei e non riusciva a sopportare di averlo probabilmente perso. Vide la sua storia con Alex appena cominciata scivolare via come sabbia fra le dita, pensò che la Fondazione le aveva rovinato la vita per la seconda volta. Aveva la testa china e teneva il viso stretto fra le mani, come se volesse creare una barriera che la separasse dalle persone che parlavano allegramente sedute ai tavolini mentre lei soffriva.

« Signora, ha sentito parlare di Elga dopo la sua fuga?», Dario parlava con una donna dall’aspetto distinto che poteva avere sui 65 anni, « No. Sono già 3 anni che non abbiamo sue notizie, per quanto mi riguarda preferirei non avere più niente a che fare con quella donna. Mio figlio è scomparso nel nulla e lei che era sua moglie dice di non sapere niente, io personalmente non la credo », disse la donna con dispiacere guardando Dario negli occhi, teneva nervosamente le mani giunte appoggiate sulle ginocchia. « Elga al contrario di Carlo non è scomparsa, tramite i soci della Fondazione ho scoperto dove vive, ora abita ad Avila una cittadina situata in Liguria », La donna sentendo queste parole rimase scioccata, aveva lo sguardo perso nel vuoto a fissare un punto del pavimento, non riuscì a proferire parola. « Perché non dite altro, cosa è accaduto con Elga? non eravate in buoni rapporti suppongo dall’espressione che ha sul viso », Dario studiò con attenzione il volto della donna cercando di mantenere il contatto visivo nonostante lei avesse gli occhi bassi. La donna sospirò, « Non ho mai sopportato quella donna. Quando l’ho conosciuta stava frequentando Marco il mio secondogenito, Carlo si è invaghito di lei e alla fine l’ha sposata, io ero contraria a questa unione… » si bloccò. Dario ascoltò attentamente e replicò, «Perché è stata contraria alla loro unione, cosa temeva di Elga? me lo dica, per favore. Carlo era nostro socio, dobbiamo sapere tutto su di lui », Dario la guardava intensamente esortandola a parlare. La donna deglutì e si scostò un ciuffo di capelli dalla fronte portandolo dietro l’orecchio destro, « non volevo che facesse parte della mia famiglia e della Fondazione stessa…mi dispiace ma non posso andare oltre », la donna si alzò dalla poltrona e andò verso la finestra, « ci sono particolari che è meglio non sapere per il momento. Quando sarò pronta, ti rivelerò di più. Non ho detto niente nemmeno ad Ivan. Forse è per questo motivo che ti ha mandato da me, è stato inutile poiché non posso, ed è inutile anche per voi insistere sulla questione », disse la donna pensierosa ma decisa. Dario annuì, « rispetto le sue scelte. Se lei non se la sente me ne vado, mi dirà di più in un secondo momento. La ringrazio per le informazioni. Buona giornata », si congedò cortesemente ma era irritato per non aver ricevuto le informazioni sperate. L’uomo si alzò dal sofà si diresse verso l’uscita.

Alex giunse vicino al bar, Elga lo vide avanzare verso di lei e gli andò incontro. Erano l’una difronte all’altro, nello sguardo di entrambi si leggeva tutto il dolore che avevano nell’anima, fra loro si percepiva una forte tensione che permeava l’aria. « Elga, il tuo comportamento mi ha lasciato senza parole. Scusa se te lo dico ma non mi è piaciuto il modo in cui ti sei comportata con Marina alla mostra, non avresti dovuto sfogare la tua rabbia in quella maniera dinanzi a tutti i presenti senza un valido motivo. Avresti dovuto chiarirti con lei in privato», Alex le fece notare i suoi errori in modo calmo ma deciso.« Marina fingeva di essere mia amica, è una traditrice! durante questi anni continuavo a rivelarle le mie informazioni personali senza sapere che lei in realtà era socia della Fondazione, e riportava a loro tutto ciò che le dicevo. Ora a causa sua, sanno tutto di me! Possibile che non capisci la gravità della mia situazione? Quella donna mi ha consegnata nelle mani del nemico! » Sbottò la donna con rabbia. « Come faccio a comprenderti se mi dici le cose a metà! Se Leonardo non mi avesse spiegato cosa è realmente accaduto quella sera sono sicuro che tu non mi avresti detto niente », le disse duramente Alex, il quale iniziò a perdere la pazienza, « Figurati che non sapevo nemmeno che quei “loro” di cui mi avevi parlato la scorsa volta sono in realtà la Fondazione Indigo!» Elga mise le mani avanti e gli fece cenno di calmarsi, « Ascoltami, non voglio avere parole con te. È l’ultima cosa che vorrei, davvero. Ma…» Elga sospirò intensamente e riprese il discorso, la sua voce era spezzata, lo guardò con gli occhi lucidi pieni di tristezza e delusione, « …sembra che tu non hai fiducia in me a quanto sembra, preferisci difendere la donna del tuo amico anche se si tratta di una persona vile… », Alex la fermò, « Elga non fare così… per favore, questa volta sii sincera con me. Cosa c’entri con la Fondazione Indigo? Non divagare oltre, vorrei sapere qualcosa in più su di te proprio per potermi fidare, hai un passato troppo enigmatico e non so chi tu sia realmente, ogni giorno vengo a sapere dei nuovi dettagli sempre più misteriosi sul tuo passato», le disse con più calma poiché la vide troppo sulla difensiva. « Non sto divagando, è una questione molto personale che mi tocca da vicino. Ho le mie ragioni per essere enigmatica. La Fondazione Indigo, per la cronaca, non sono brave persone, sono disposti a tutto pur di mettermi in cattiva luce poiché sono fuggita, e non si limiteranno a questo. Loro non vogliono che i soci abbandonino la società e se mantengo il segreto lo faccio per proteggere me e soprattutto mia figlia! » Ribatté Elga alzando la voce profondamente addolorata. Alex le mise le mani sulle spalle come per rassicurarla e la guardò negli occhi, nei quali vide molto dolore che teneva dentro, « Elga, mi dispiace se ho alzato la voce con te, devi comprendere anche tu che se vuoi costruire una relazione deve esserci sincerità da parte di entrambi, io in fondo non ti conosco poiché tu non mi permetti di conoscerti, non puoi continuare a nasconderti nelle mezze verità…», le disse con tono più morbido ma con decisione, la donna cercò con tutto il suo coraggio di evitare lo sguardo dell’uomo e si voltò da un lato, poi disse, «…Il problema è che non mi fido più di nessuno dopo aver scoperto che il tuo amico è in realtà il fidanzato di Marina e sottolineo, membro della Fondazione…», si voltò verso di lui, gli occhi della donna balenavano attenti e nonostante la profonda delusione nei confronti di Alex, rimase lucida senza lasciarsi andare alle lacrime, « Ti chiedo solo di avere solo un po’ di fiducia in me ne ho davvero bisogno da parte tua. Se tu non sei in grado di rispettare i miei tempi è meglio per entrambi chiudere la relazione invece di continuare a farci del male a vicenda, credimi ». Alex rimase sconvolto nel sentire le pesanti parole di Elga, era come se un macigno gli fosse caduto addosso all’improvviso; le braccia gli caddero lungo i fianchi e sollevò gli occhi al cielo per un momento come per cercare una risposta che non sapeva darle. « Alex, prendiamoci una pausa, allontaniamoci e riflettiamo per un periodo su di noi e se vogliamo costruire realmente una nuova vita insieme, così comprenderemo se è stata solo un’avventura vissuta con passione ma senza impegno. Ti giuro che mi rivedevo tanto in te, ma ora sono costretta a ricredermi, mi addolora dirtelo ma è ciò che penso ora dopo aver udito ciò che mi hai detto… », gli spiegò Elga a fatica, dirle queste parole le pesava molto, ma intendeva chiarire da subito la situazione, non voleva chiudere la relazione con lui ma desiderava prendersi un periodo di riflessione. «Elga non voglio chiudere la nostra relazione, ho chiesto solo un po’ più di trasparenza da parte tua…non era mia intenzione offenderti o farti del male, credimi. Forse hai ragione, è meglio che ci prendiamo una pausa per riflettere su di noi, magari siamo stati troppo affrettati », le disse Alex con voce calma, « Però non gettare via in un’attimo la nostra relazione per un’incomprensione…», l’uomo le accarezzò teneramente la guancia, Elga posò la sua mano su quella di Alex e la baciò, « non dimenticherò mai ciò che abbiamo vissuto, ma ora ho bisogno di risolvere dei problemi personali legati proprio alla Fondazione, un giorno te ne parlerò, te lo prometto…», la donna accennò un leggero sorriso, ma i suoi occhi lucidi erano colmi di tristezza, « a presto…», le disse e si allontanò senza voltarsi scomparendo fra la gente che popolava la piazza. Alex non poté fare niente per fermarla, la guardava con rassegnazione mentre si allontanava sempre di più da lui, avrebbe voluto prenderla e attirarla a sé come fece l’ultima volta che la vide allontanarsi ma questa volta era diverso, decise di rispettarla per non perderla del tutto, poiché era sicuro che un giorno si sarebbero riuniti, nello sguardo della donna non vide rabbia o risentimento, solo una profonda malinconia come se fosse stata costretta da qualcuno a compiere quel difficile passo.

« Sono andato dalla madre di Carlo, ma non ha voluto rivelarmi nessun particolare. Dovremmo rassegnarci », Dario ed un altro uomo erano soli all’interno della grande sala asettica dove si riunivano i soci della Fondazione. « No, mi rifiuto di rassegnarmi. Dobbiamo insistere » l’uomo si voltò verso di lui con un’espressione minacciosa, «Ripresentati a casa sua fra qualche giorno, devi chiederle senza mezze misure che vuoi sapere chi deve ereditare il diamante e che siamo noi i veri possessori. Fai ricadere su di loro la colpa di averlo perduto, e obbliga la famiglia di Carlo a dirti la verità. Ora che grazie a Marina abbiamo Elga in pugno è il momento decisivo per agire. Tu avvicinati a lei il più possibile e inizia a frequentarla», « Elga è già fidanzata con Alex e non accetterà mai le mie avances», replicò Dario. « Adesso è il momento giusto di avvicinarti a lei poiché è debole, la stanno abbandonando tutti a quanto ho saputo », l’uomo si schiarì la voce, « vedrai che la lascerà anche Alex non appena saprà che è stata una di noi, allora ti farai avanti tu, mi fido di te ». Dario annuì senza ribattere.

CONTINUA…

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